Cit

Isterio: il dolore del “io” perduto

Chi sono i capricci e come riconoscerli? Perché si comportano così? Possono aiutarli? E come la comunicazione con una persona isterica ci aiuta a capire meglio noi stessi?

1. L’isteria può essere descritta usando un cerchio con un centro al centro, Come una metropolitana di Mosca, che circonda il Cremlino. Ma nel punto centrale dell’isteria non è il Cremlino, ma il vuoto. Questa è la cosa principale dell’isteria: non c’è nulla al centro. Una persona si sente vuota. Questo è uno stato incredibile associato a grande sofferenza.

Una persona non ha se stesso, non si trova. Non sa chi sia. Non sa cosa vuole veramente. Una persona isterica soffre, ma non capisce perché. Non può coprire la sua sofferenza e cerca di ammorbidirla in alcun modo. E dal momento che non rileva nulla all’interno, afferra l’esterno. Ha bisogno di altri e li usa per trovare qualcosa da se stesso nello specchio degli altri.

Una persona può essere se stesso solo se sviluppa “io”. Se può guardare negli occhi di un’altra persona. Se altre persone lo vedono, se lo sentono e lo prendono sul serio. Abbiamo bisogno di “un altro” che possiamo incontrare e che ci incontreranno – per scoprire chi siamo.

Se questo non accade, “io” rimane una macchia bianca su una mappa geografica. Impariamo a guidare un’auto, suoniamo sport, pratichiamo strumenti musicali, facciamo matematica, ma in tutte queste lezioni non c’è nessuno che incontreremmo. Possiamo fare cose diverse, ma non

c’è centro lì. Il “io” richiede un’altra persona.

Una persona isterica nella sua formazione non riuscì a trovarsi, perché aveva troppo pochi incontri, le persone che vedevano davvero che si dedicavano a lui, che gli dedicavano tempo a lui, erano percepiti in lui, divise la sua sofferenza interiore. È stato lasciato solo. Lo hanno visto troppo poco. Fu ferito, offeso. E ha chiuso. E quindi rimane sconosciuto a se stesso.

2. Una persona isterica si impegna per gli altri. Ma dal momento che è vuoto all’interno, non sa come avvicinarsi a un altro, e quindi un’altra persona inizia a sentirsi usata. Il bizzarro stringe le persone, manipolandole, e questo è ciò che impedisce un vero incontro. E quelli che sono accanto a lui non lo prendono sul serio. Si proteggono, se ne vanno e ripetono quel dolore che gli è ben noto. Così, provoca di nuovo la sofferenza da cui vuole sbarazzarsi.

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *